"GIANFRANCO FERRè DISEGNI"by Skira.


Hi guys! The famous publishing house Skira has published a book who deals with Gianfranco Ferrè's sketches ( 375 ) from 1977 to 1997. These drawings represent the idea of this designer: " clothes like dynamic structures ". About drawings, Ferrè thought that it is " passion and necessity together, point of departure of design " .
This book wants to build an intellectual way, to represent sketches as espressions of freedom, creativity and method, but at the same time they are daily exercises, job.
Ferrè is very famous for his synthetic mark, where the precision of details is hidden. Few lines and few splashes of colour give movement to his sketches.
All these elements ( precision, conciseness..) are consequences of the first Ferre's job : the architecture.
Here some wonderful sketches :





 «Il libro vuole mostrare i disegni come strumento di lavoro, non come opere d'arte. Data la ricchezza della produzione grafica di Gianfranco Ferré - l'immensità direi, dato che siamo nell'ordine delle decine di migliaia di originali – abbiamo operato una drastica ma necessaria selezione, escludendo i disegni tecnici come i figurini, privilegiando invece la tipologia del disegno-progetto, quella che meglio spiega la concezione dell'abito come architettura tessile, come risultato di un intervento ragionato sulle forme, sui volumi e sulle proporzioni». Rita Airaghi, direttrice della fondazione Gianfranco Ferrè.

“Disegnare, per me, significa gettare sulla carta un’idea spontanea per poter poi analizzare, controllare, verificare, pulire, riducendo gli elementi di base a linee sintetiche e precise, innestate su diagonali e parallele e racchiuse dentro forme e figure geometriche … da stilista e architetto concepisco la moda come design”.Gianfranco Ferrè.



Il libro di disegni di Ferrè vuole ricostruire un percorso intellettuale, l’evoluzione di un mondo interiore di ricerca, di lettura, di sintesi culturale e stilistica, che resti come testimonianza e spunto di riflessione: disegno come espressione di libertà e rigore, di creatività e metodo, ma allo stesso tempo strumento di lavoro, esercizio quotidiano, habitus mentale, approccio concreto. Soprattutto, metodo di lavoro. Proprio questo metodo deriva dalla formazione del designer di architetto. Il disegno è per Ferrè : “necessità e passione insieme, punto d’arrivo nella dimensione della realtà e insieme punto di partenza per un progetto”.
Tutto il suo universo si condensa in uno schizzo veloce, tracciato per lo più a matita: pochi tratti, precisi e sintetici, una silhouette fissata nei suoi punti essenziali – le spalle, la vita, le gambe – che si allungano sul foglio. Sono solo poche linee, ma è già una figura. La sinteticità è di sicuro l'elemento caratterizzante nei suoi bozzetti, importante in quanto dietro di essa si cela la precisione del dettaglio. Inoltre è proprio per merito delle linee, delle macchi di colori, tratti nervosi e decisi che emerge la dinamicità delle figure.



 «Era concentrato, attento, preciso, quasi rituale; indisturbabile e incredibilmente pignolo, ma, al contempo, veloce, sicuro. Chi lo vedeva disegnare solo occasionalmente rimaneva incantato da quanto scaturiva dalle linee che tracciava tanto in fretta sul foglio. Il risultato era già un abito: fatto e finito, si potrebbe dire. La sua mano aveva il foglio bianco come campo d'azione. La sua mente, di sicuro, era immersa, sprofondata persino, in un orizzonte ben più ampio». Rita Airaghi.

«Il libro vuole mostrare i disegni come strumento di lavoro, non come opere d'arte. Data la ricchezza della produzione grafica di Gianfranco Ferré - l'immensità direi, dato che siamo nell'ordine delle decine di migliaia di originali – abbiamo operato una drastica ma necessaria selezione, escludendo i disegni tecnici come i figurini, privilegiando invece la tipologia del disegno-progetto, quella che meglio spiega la concezione dell'abito come architettura tessile, come risultato di un intervento ragionato sulle forme, sui volumi e sulle proporzioni». Rita Airaghi.

" Gianfranco Ferrè è sicuramente stato ai suoi tempi una rivelazione unica, sorprendente, che di questi tempi assume il valore implicitamente politico: mentre la moda occulta sempre di più il processo – forse semplicemente perché di creativo il processo, basato sul campionamento e sulla reinvenzione del già fatto, non ha più nulla – a favore del prodotto, avvolto nella nebbia densa e ingannevole della comunicazione, eccoci svelato un modo di far moda insieme scientifico e spericolato. "

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